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Il caso Ferrero. Cosa non è stato compreso?

Quando in un’azienda si effettuano controlli sulle materie prime è perché c’è una piccolissima probabilità che possa rivelarsi la presenza di contaminazioni di vario tipo, se questa probabilità non ci fosse, non esisterebbero i responsabili qualità, gli addetti ai controlli, i laboratori di analisi alimentari e microbiologici. Nello stabilimento della Ferrero, ad Arlon, in Belgio la Salmonella è stata riscontrata, purtroppo in ritardo, in uno dei filtri posti tra un silos di buttermilk o latticello e la tubatura della linea produttiva. Dal momento delle analisi una  cascata di eventi si è verificata: i casi di salmonellosi, da dati ufficiali sono stati circa 150 attribuiti quasi tutti a bambini di età minore di 10 anni e distribuiti tra Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna e Svezia. Nel Regno Unito invece il  21 dicembre 2021 è stato segnalato il primo caso.

In Italia gli organi competenti al controllo non segnalano alcun caso ma EFSA e ECDC sono concordi nel rintracciare  il ceppo di Salmonella. Al momento è stata bloccata la produzione e tutto il prodotto finito che poteva essere collegato alla produzione con il lotto di materia prima  contaminato. Il serbatoio è stato svuotato e sterilizzato, Il latticello contaminato smaltito secondo le norme. Sono state effettuate le verifiche sulla nuova fornitura di materie prime e la produzione è stata riavviata normalmente. Ma dal 15 Dicembre, giorno delle prime analisi, solo il 22 Marzo le autorità Europee di salute pubblica hanno recepito e dato l’allarme bloccando le produzioni in Belgio. Ferrero ha quindi dato il via al ritiro di tutti i prodotti in commercio che potevano derivare dallo stabilimento di Arlon ed ha totalmente bloccato la produzione per tutti i prodotti. Per l’Italia il richiamo ha riguardato Schoko-bons, Kinder Sorpresa T6 Pulcini, Kinder Sopresa Maxi 100g Puffi e Miraculous. “Se avete acquistato questo prodotto non consumatelo”, è l’appello lanciato dall’azienda. L'Agenzia federale belga per la sicurezza della catena alimentare (Afsca), dopo circa 100 casi di Salmonellosi dichiarati,  ha ritirato allo stabilimento l'autorizzazione alla produzione. L'Afsca seguirà, a questo punto, gli steps dalla Ferrero per riportare l’intero stabilimento alla garanzia della sicurezza totale e solo dopo aver analizzato e controllato a tappeto, con una check list fitta e specifica tutti i punti dei layout di produzione che soddisfino gli standard di sicurezza alimentare autorizzerà la riapertura dello stabilimento di Arlon. Bisogna comunque dire che, nel caso si sia mangiato del cioccolato Ferrero contaminato, non è il caso di allarmarsi poiché non è detto che tutte le persone sviluppino la patologia. Maggiormente a rischio sono i soggetti fragili per cui bambini, donne incinte, persone ammalate e anziani. Con il caso Ferrero, abbiamo seguito le tappe di quello che è stato un vero richiamo al fine di poter garantire al consumatore la piena sicurezza. Per cui la Ferrero può essere, a mio avviso, riconosciuta come azienda responsabile e seria senza dover subire danni di immagine avendo messo a rischio proprio la propria reputazione pur di allertare il consumatore finale. L’HACCP, le certificazioni, i controlli hanno un unico fine: portare sulle tavole della gente prodotti sani.

CLAUDIA BUONOFIGLIO

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